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mar 15, 2017 - Notizie    14 Comments

Affare Lusitania

La vicenda del Lusitania colpita e affondata il 7 maggio 1915 ( 1.198 morti fra passeggeri ed equipaggio ) ha luci e ombre ingiustamente rimosse dalla memoria collettiva da più di un secolo. La nave era stata una delle navi da crociera oceanica più grandi del mondo e l’orgoglio dell’ingegneria navale britannica. La stampa internazionale la reputava “inaffondabile” e assolutamente il top del lusso e dell’eleganza. Le sue doti principali erano l’elevata velocità e solide strutture di compartimenti stagni. Il battello si era guadagnato l’appellativo di Levriero del Mare per la sua linea elegante e per la sua straordinaria capacità di raggiungere venticinque nodi che poche navi civili della medesima classe potevano vantare. Le leggi navali britanniche prevedevano alcuni principi fondamentali per la costruzione e fra questi era la conversione per usi militari in caso di necessità. La Lusitania non era esclusa in considerazione anche dal fatto che la società proprietaria Cunard Line era stata finanziata con fondi pubblici del governo britannico. La nave da crociera poteva diventare un incrociatore con apposita installazione di sistemi d’arma in tempi rapidi in base a sezioni già predisposte in linea progettuale. La Lusitania aveva ricevuto modifiche preparatorie per un eventuale conversione militare già nel 1913 ancora prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Il governo britannico inoltre si era riservato il diritto di richiamarla in ogni momento anche durante una crociera in corso riservandosi ogni responsabilità sia in tempo di pace sia in guerra. Il conflitto contro la Germania si riteneva imminente per il timore espresso più volte da parte di Londra sullo sviluppo e la crescita della rivale per ragioni politiche,militari ed economiche di varia natura. L’Europa intera stava inesorabilmente precipitando nella catastrofe per un perverso meccanismo di alleanze ed accordi segreti che determinavano veri e propri blocchi militari contrapposti nonostante più di vent’anni di pace. La corsa al riarmo terrestre e navale era l’argomento più caratteristico dei giornali europei. Le grandi potenze avevano iniziato ad armare anche navi mercantili e civili e stava entrando in scena il sommergibile già conosciuto nelle sue prime forme dal tempo della Guerra di Secessione Americana.

Winston Churcill era Primo Lord dell’Ammiragliato al tempo della Lusitania e aveva espresso serie preoccupazioni sulla conservazione da parte inglese del dominio del mare. Egli aveva elaborato la possibilità di contrastare l’insidia tedesca con la militarizzazione della flotta mercantile come vitale risorsa per la soppravivenza del regno insulare. La sua tesi era anche frutto dei suoi studi di Storia Militare da cui aveva appreso il ruolo esercitato da corsari a danno dei convogli spagnoli con esito decisivo nella lunga competizione per il dominio dei mari.

Allo scoppio della guerra e ai primi affondamenti di mercantili britannici da parte dei sommergibili tedeschi si rendeva evidente il lato ipocrita di parte della stampa alleata che accusò i nemici di “pirateria” nonostante fossero utilizzati i medesimi mezzi utilizzati in passato dalla propria parte. La Germania, a sua volta, denunciava il blocco delle rotte commerciali di paesi neutrali da parte delle potenze alleate come un atto di “pirateria” . Entrambi i blocchi utilizzarono ogni mezzo disponibile della propaganda e della comunicazione per giustifcare i propri atti demonizzando quelli avversari.

La convenzione internazionale in uso al tempo a riguardo delle navi civili prevedeva la resa del battello al richiamo di unità militari e il dovere di queste ultime di non recare danno al personale. La militarizzazione dei battelli non da guerra rendeva formalmente superata la convenzione, ma le potenze alleate non si assumevano responsabilità con l’ausilio del cavillo legale del “blocco navale”. Le potenze alleate avevano stabilito il “blocco” in acque internazionali e territoriali delle potenze nemiche con il diritto legale in forza della capacità militare effettiva di mantenerlo. Il cavillo permise alle potenze alleate di ritenere invece “illegale” la dichiarazione di “zona di guerra” da parte tedesca del mare intorno alle Isole britanniche con la conseguenza che navi neutrali e navi civili non erano da ritenersi obiettivi militari autorizzati. Le navi civili transitanti la non riconosciuta “war zone” trasportavano non ufficialmente merci e personale militare ma la Germania non era ritenuta “autorizzata” ad attaccarle. Quindi i ripetuti avvisi germanici di rischio di affondamento in zona di guerra erano sistematicamente ignorati dalla stampa militante della parte alleata. Inoltre le agenzie responsabili come la Cunard non si erano impegnate a cambiare piani, allertare passeggeri e modificare le ordinazioni mentre i governi alleati non si assunsero i compiti di aumentare la sicurezza dei battelli civili.

I superstiti della Lusitania accusarono il governo britannico di mancata scorta e mancata assunzione di responsabilità quando essa fu sottoposta agli ordini diretti della marina inglese al momento del passaggio in zona di guerra. L’inchiesta decurtò, a porte chiuse, tutto il ruolo coperto dalla marina britannica sui movimenti della nave concentrandosi invece sull’incriminazione di valore propagandistico della Germania nonostante legittimi diritti in tempo di guerra. La vicenda della Lusitania, pur lontana nel tempo, è un chiaro avviso del ruolo enormemente pervasivo e manipolatore dei media a vantaggio di qualcuno e a danno di altri e di come certe costruzioni postume potessero diventare le uniche versioni riconosciute, specie quando una delle parti interessate ha conseguto il suo scopo.

La stampa americana, nonostante lo stato di neutralità, era ricca di opinioni contrastanti ma le testate più importanti erano allineate in quella parte di industriali e politici sostenitrice della amministrazione Wilson desiderosa di far coinvolgere più direttamente gli Stati Uniti nel conflitto in corso. Le osservazioni sulla dubbia legittimità delle rivendicazioni inglesi e i ripetuti avvisi di parte tedesca erano letteralmente ignorati come se non fossero mai esistiti. In un certo senso era in atto una censura e una manipolazione della realtà che in genere si tende a legare a regimi non democratici. In una certa misura la “tragedia” del Lusitania, diventata una strage di civili perpetrata da perfidi tedeschi riporta alla mente una delle osservazioni più acute del buon George Orwell :

una volta dimenticato l’atto della falsificazione, sarebbe esistito ne più ne meno, e cioè con lo stesso fondamento, con cui esistevano Carlomagno o Giulio Cesare

La demonizzazione dell’impero tedesco perdura tuttora nella memoria collettiva come risultato di un bombardamento mediatico che ha mescolato realtà e fantasia come tuttora si fa oggi in molti esempi e forse anche nelle maniere più efficaci. I media possono rimuovere dalla conoscenza collettiva conflitti e crisi geopolitiche per calcoli politici, economici e militari.

Nel mondo sono ancora in corso conflitti sanguinosi e distruttivi che non hanno copertura mediatica di massa e le informazioni possono essere solo ricevibili tramite l’internet quando non è bloccata o limitata dalla censura.

La vicenda del Lusitania è interessante anche per un altro aspetto di grande attualità per capire la direzione intrapresa dall’amministrazione Trump nelle ultime settimane. La dottrina America First si ricollega alle radici più autenticamente americane dell’isolazionismo e dell’unicità della nazione americana. George Washington aveva dichiarato testualmente nel 1793:

libero da connessioni politiche con qualsiasi altro paese, vederlo indipendente da tutti e sotto l’influenza di nessuno. In una parola : che abbia un carattere americano, così che le potenze europee si convincano che le nostre azioni sono per noi stessi e non per conto d’altri”.

Il pensiero di Washington è la base dell’attuale isolazionismo che enfatizza proprio la libertà di azione senza vincoli degli Stati Uniti per conseguire i propri interessi anche in contraddizione a vincoli morali. L’esperienza della Lusitania può indicare che la classe dirigente statunitense sarebbe anche disposta anche a sacrificare vite americane indipendentemente dalla giustizia in merito.

La stampa indipendente, tuttavia, aveva definito ipocrita il “grido di dolore” da parte della stampa militante e l’opinione più diffusa evidenziò l’ipocrizia delle classi dirigenti quando giocano sulle vite della gente per proprio tornaconto:

( … ) il fatto che nel caso del Lusitania ci sia stata perdita di vite umane è una circostanza dolorossima; la giustizia ci impone di vedere questa tragedia nella sua vera luce. Il Lusitania oggi solcherebbe le onde, non fosse per l’aperta dichiarazione di guerra alla popolazione civile tedesca. Uomini,donne e bambini,fatta dal governo britannico, e per l’aperta connivenza dell’amministrazione degli Stati Uniti in questa violazione delle leggi di umanità. La responsabilità del Lusitania e per la conseguente perdita di vite di non combattenti va equamente ripartita fra chi comanda a Londra e chi non comanda a Washington. La supina acquiescenza di questi ultimi, che avevano il compito di far valere i diritti americani, e che hanno mancato al compito di resistere alla violazione di tali diritti, non è meno responsabile per questa grande tragedia umana della colpa diretta del gabinetto britannico. ( Continental Times , 10 maggio 1915 ).

Queste parole rimandano alla mente le popolari teorie “cospirazionistiche” che sono nate proprio in america dove la grande democrazia, con i suoi pregi e difetti, ha da sempre instillato nei cittadini il dubbio nei confronti dell’Autorità. A differenza di altre civiltà e nazioni la Repubblica Stellata è tale solo se è sostenuta e difesa dai suoi cittadini come meglio viene spiegato nelle parole del Presidente John Fritzgerald Kennedy nel 1963:

Non chiederti cosa il tuo Paese può fare per te , chiediti cosa pioi fare tu per il tuo Paese”

Il concetto cardine dell’indipendenza del pensiero e della lotta contro ogni manipolazione ha consentito agli americani di rivedere le proprie convinzioni in maniera più aperta rispetto a quello che invece avviene nel resto del mondo.

Un illuminante esempio di come in America ancora prima dell’avvento dei Social Media un lettore poteva esprimere un opinione molto pragmatica nonostante il “lavaggio del cervello” di massa:

(…) chiediamoci cosa dovrebbe fare se ci ritrovassimo nella medesima situazione in cui si trova oggi la Germania. L’Inghilterra effettua concretamente il blocco intorno alla Germania e ha annunciato al mondo che farà morire di fame la nazione tedesca. La Germania è costretta a usare l’arma di rappresaglia più potente della quale dispone contro I suoi nemici : il sommergibile. Sono riconosciuti i sommergibili, nell’armamento di un governo, come strumenti di protezione dei diritti di una nazione, da impiegare come macchine di distruzione in tempo di guerra ? In caso negativo, smettiamola con la nostra ipocrisia : prendiamo i nostri sommergibili e facciamoli saltare in mille pezzi, dimostrando così al mondo che la nostra professione di fede cristiana è autentica e non una maschera vacua e fallace ( …) ( Washington Post 13 giugno 1915 )

Le opinioni tuttavia, come al tempo e come ora, non sono servite per impedire che la maggioranza meno attiva nell’informazione potesse adottare come propria la ricostruzione di comodo del Potere. L’affondamento della Lusitania era diventato un crimine diretto da parte nientemeno del Kaiser secondo l’accusa da parte della Commissione d’inchiesta di Kinsale che aveva acquisito l’esclusiva giuridizione sul caso nel Maggio del 1915. La sentenza si era subito arricchita di espressioni tali da colpire l’immaginazione e I sentimenti del pubblico nei modi a noi famigliari quando qualcosa ci deve suscitare indignazione e orrore.

Negli annali della pirateria non esiste niente di paragonabile, per efferatezza sfrenata e irresponsabile, alla distruzione della Lusitania. La domanda ora è questa: che cosa faremo ? Siamo alla mercè dell’Hohenzollern pazzo, non solo attraverso gli emissari che propagano il suo odioso sistema di governo e le sue vili teorie di casta proclamate con ostentata superiorità alle nostre porte, ma anche portando la guerra di conquista e di assassinio a tagliare la linea dei nostri transiti e viaggi in alto mare, dove abbiamo il diritto di navigare come ci pare, senza permessi o inceppi di uomo o monarca ( …) ( Courier Journal – Kentucky – 11 Maggio 1915 )

Qualcosa che ci rimanda alla stessa indignazione, nel torto e nella ragione, in ogni situazione dove la parte avversa o resa tale assume l’aspetto di qualcosa di mostruoso e la propria parte invece difende veri o presunti diritti. Quando il nemico non ci assomiglia più nemmeno nell’aspetto umano, l’istinto naturale di non uccidere un altro essere umano si riduce, alla fine, ad un astratto bersaglio elettronico.

Oggi siamo tutti circondati da mostri e crociati, eroi e da criminali come spettatori di un orrenda rappresentazione ma si può conservare la propria umanità e la libertà solo se continueremo a pensare e a ragionare di propria testa.

GABRIELE SUMA