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giu 7, 2023 - Notizie    1 Comment

Il Traditore

Oggi si ritiene un eroe il giornalista che fa del suo mestiere un impegno per informare l’opinione pubblica dei segreti del proprio governo, in nome della democrazia ufficialmente alla base dell’ordinamento di cui fa parte. Una crociata morale per uni, un tradimento per altri considerando i pericoli e le strumentalizzazioni di essa contro la democrazia stessa. Gli Stati operano in un’arena in cui, più di prima, la manipolazione massmediatica ha assunto un ruolo strategico per indebolire o rafforzare le proprie posizioni e si muovono nella Grande Rete per acquisire,manipolare ed eliminare dati e anche persone con pedine di varia natura da idealisti ingenui a corrotti funzionari.

I nomi di Assange e Snowden sono più noti e spaccano l’opinione pubblica da anni mentre giornalisti russi,cinesi ed iraniani spariscono nelle carceri o vengono “messi a tacere” in strani incidenti oppure emarginati dalla censura.

Il caso precursore più vicino ad essi risale agli inizi del XX secolo, in Germania, da poco diventata una ( fragile ) democrazia, fra le macerie dell’Impero guglielmino che aveva trascinato milioni di giovani nelle trincee ed affamato altri pochi anni prima. Il protagonista, oggi quasi dimenticato, era Carl von Ossietzky che, come direttore della rivista Die Weltbuhne ( il palcoscenico del mondo ) pubblicò nel 1929 un articolo sui programmi di riarmo clandestini contro le norme del Trattato di Versailles. In seguito all’inchiesta era stato messo agli arresti per alto tradimento nel 1931 per poi essere rilasciato nel 1933 ma nuovamente arrestato stavolta dai nazionalsocialisti per le sue simpatie di sinistra e poi rinchiuso nel campo di concentramento di Esterwegen dove venne sottoposto anche a torture di vario genere.

Il suo internamento aveva commosso l’opinione pubblica sopratutto all’estero, in particolare fra i dissidenti in esilio che proposero per Ossietzky il Nobel per la Pace, sostenuti da Einstein e da altre note personalità scientifiche e letterarie del mondo occidentale. Il regime in risposta trasferì invece altrove il detenuto fino ad un manicomio-ospedale dove lui morirà a soli 48 anni in quasi completo isolamento nel 1938.

Ossietzky, in essenza, fece riferimento ad un un programma di riarmo voluto dalla casta militare prussiana desiderosa di rivincita, oggi noto come Aufrustung ( riarmo ) avviato dal 1921 formando le future basi per i piani di conquista di Hitler. Sullo stesso giornale apparvero articoli firmati da un altro giornalista, Walter Kreiser, che accusava con più dettaglio i piani per la costituzione dell’aviazione militare in virtù di noto esperto nel campo avendo anche combattuto nella Grande Guerra nel settore aeronautico ( a differenza dello sfortunato collega, Kreiser riuscirà a fuggire dalla Germania riparandosi prima in Francia, poi in Brasile dove morì nel 1958 in esilio ) Versailles aveva da tempo infatti proibito la ricostituzione di forze militari accettando al limite una forza di polizia territoriale, con la conseguenza che si erano create molte formazioni illegali come le BlackReichswehr ( difesa del Reich ) e le Stahlhelm ( elmetti d’acciaio ) derivate dalle Freikorps ( corpi volontari ) che si erano costituite immediatamente dopo la guerra dal disciolto esercito imperiale.

Esse erano state ufficialmente bandite dal ministero della difesa della Repubblica di Weimar al tempo guidata da Otto Gessler, una personalità mal tollerata dai militari ma i gruppi più importanti erano protetti dall’allora Oberstleutnant ( tenente colonnello ) Von Bock che farà poi molta carriera anni dopo nella Whermacht. La guida diretta era invece tenuta dal brutale tenente Paul Schulz che farà poi parte delle SA e del NSDAP di Hitler. La maggior parte dei membri più attivi e pericolosi era concentrata a Berlino, molti di essi parteciparono al fallito golpe contro il governo tedesco nel 1923 in seguito all’occupazione francese della Rhur. Nello stesso anno era anche pure esploso lo scandalo Lohmann grazie alle rilevazioni del giornalista Kurd Wenkel del Berliner Tageblatt, nelle quali si denunciavano dei finanziamenti illeciti legati a banche tedesche che coinvolgevano militari e politici. Wenkel, prima di Ossietzky, verrà messo agli arresti con accusa di alto tradimento. Il governo, imbarazzato, istituirà una commissione sull’inchiesta che però finirà in nulla a parte le dimissioni del ministro della difesa Gessler nel 1928. Il programma continuò ad essere finanziato e sviluppato determinando così il secondo scandalo giornalistico del 1929 proprio da Ossietzky sulle pagine del Weltbuhne.

Berlino, segretamente, stava spendendo per il programma militare segreto quasi ben 350 milioni di Reichsmark, circa8,6% del budget statale del periodo. In seguito alle dimissioni di Gessler, il nuovo ministro, Groener, aveva esteso enormemente l’investimento nel piano che prevedeva negli anni ’30 una forza ben organizzata ben oltre i limiti di Versailles, spedendo nel frattempo anche i carristi in URSS con la quale la Germania aveva stretto accordi segreti di reciproca collaborazione militare.

I giornalisti, come si è visto, tentarono di fermare il moloch che porterà la Germania nel baratro del Nazismo e della Guerra; sono stati invece fermati e pure condannati e ironia della sorte è che ancora per tali atti pende su di loro la colpa dell’alto tradimento forse per burocrazia, forse per non mutati “interessi nazionali” che ancora oggi sono motivo di arbitrarie misure che limitano, anche in piena democrazia, il giusto dovere di rompere segreti che possano poi segnare il destino dei cittadini ignari.

Nel 1980 Rosalinde von Ossietzky-Palm, figlia unica del premio Nobel per la pace Carl von Ossietzky, presentò ricorso al tribunale di Berlino per rimuovere la condanna al defunto padre. I legali della signora Ossietzky tentarono di dimostrare che l’esercito francese era già informato delle attività illegali della Reichswehr senza alcun coinvolgimento del giornalista. La Corte d’appello però dichiarò inammissibile il riesame del giudizio non ritenendo sufficienti le prove espresse per accosentire all’assoluzione dell’imputato condannato nel 1931. La sentenza della corte del 1992 così recita :

ogni cittadino ha nei confronti della patria un dovere di lealtà affinché gli sforzi per conformarsi alle leggi vigenti possano essere realizzati solo avvalendosi degli organi interni all’uopo preposti”

Ancora oggi, Ossietzky resta per la burocrazia e per le leggi, “traditore della patria”

GABRIELE SUMA