feb 6, 2023 - Notizie    4 Comments

Alla ricerca del Litio

La scoperta di un ricco giacimento di Litio in Svezia è una notizia che sta facendo il giro del mondo. L’area interessata è localizzata vicino al circolo polare artico, si prevedono da subito grandi investimenti per sviluppare sistemi per rifornire l’Europa per molte applicazioni e tecnologie.

Non solo in Svezia ma in tutto il mondo il Lithium, classificato con il numero 3 della Tabella Periodica, è stato da anni oggetto di estesi programmi sovvenzionati da governi e privati per le sue qualità richieste dal sempre più complesso sistema basato sull’elettricità. La Repubblica Popolare Cinese e gli Stati Uniti d’America infatti investono sempre più capitali per ottenere il controllo dove possibile nel mondo mentre potenze minori cercano di nazionalizzare quello che hanno per tutelare i propri interessi nazionali.

La guerra in corso in Ucraina ha acceso dibattiti sulla vulnerabilità dei paesi europei, situazione che espone il continente all’influenza di grandi potenze extraeuropee.

l’Italia, uno dei paesi più fragili del Vecchio Mondo, conosceva fin dagli anni ’90 un importante tesoro proprio del numero 3 della Tabella in aree fra la Toscana e la Campania. Si sta attualmente oggi valutando anche l’Agro Romano, descritto come di importanza mondiale.

Oggi il metallo è indispensabile per il commercio e l’industria ma decenni prima era stato pure uno degli elementi chiave per lo sviluppo dell’arma finora più potente mai inventata dall’Uomo : la bomba atomica.

Il Litio fino al 1952 era noto per le sue proprietà bizzarre essendo più leggero dell’acqua e dell’olio. In ambito militare durante la seconda guerra mondiale si è adoperato il Litio come lubrificante per veicoli ed aerei alleati grazie a proprietà di isolante e resistenza a temperature estreme. I tedeschi usavano invece idruro di Litio per i motori degli U-Boot. Dopo la guerra si stava studiando per la bomba all’idrogeno ma c’era il problema di come poi trasportarla su aereo. Il problema nasceva dalla natura stessa della reazione all’idrogeno. Gli analisti avevano teorizzato l’Idrogeno superpesante per la fase di innesco termonucleare, il cosidetto Tritio ( tre volte il peso atomico dell’idrogeno naturale ) però molto raro nell’atmosfera terrestre ( derivato da raggi cosmici ).

La situazione stava quindi diventando complessa perchè il Tritio doveva essere anche utilizzato allo stato liquido dal gas naturale e per lo scopo si richiedeva raffreddamento sotto zero.

Gli enrmi costi e difficoltà tecniche spinsero allora nel vedere nel Litio un aiuto insperato. Un nuovo progetto delineato dall’ungherese Edward Teller permetteva di legare Litio trattato con l’Idrogeno pesante per ottenere Deuterio di Litio per l’innesco termonucleare. La procedura permetteva inoltre di inserire il composto già in stato solido per le bombe trasportabili via aereo.

In questo modo il Litio diventò così risorsa strategica dal governo federale già a partire del 1955.Da quel momento in poi il Litio cominciò ad essere sempre più importante anche per salvare vite come per i palloni di salvataggio. Il composto a base di idruro a contatto con acqua marina sviluppava idrogeno facendo gonfiare automaticamente il pallone con antenna per segnali di soccorso. Si iniziava anche ad adoperare l’elemento pure per vetri isolanti e primi climatizzatori.

Le prime grandi fonti del Litio sono state Searles Lake in California, una sorta di lago evaporato con strati di sale cristalizzato finissimo e le King Mountains in North Carolina. Poco tempo dopo si era aperto un nuovo e più grande grande impianto di produzione sempre in Carolina presso Bessemer City. Si stava svolgendo subito una competizione feroce fra le ditte deputate all’estrazione del Litio. La fame di Litio era tale che il North Carolina era ritenuto talmente ricco di Litio tale da soddisfare il fabbisogno degli USA addirittura “per secoli”.

Non solo negli USA ma in tutto il mondo negli anni ’50 si continuò ad andare a caccia della risorsa, in particolare in Africa nel Congo dove gli americani ne presero il controllo tramite la Commissione per l’Energia Atomica nel 1955. In Rhodesia del Sud era stato successivamente scoperto un nuovo enorme giacimento presso Mauve Kop facendo così del neonato stato il principale fornitore del prezioso minerale a livello mondiale verso la fine degli anni ’50. Gli USA acquisirono il controllo anche della produzione del Litio rhodesiano che costituiva quasi la metà del mercato mondiale della risorsa. Nel 1957 a New Jersey nasceva l’Istituto di Ricerche per il Litio per scoprire e localizzare nuovi giacimenti a livello mondiale in modo sistematico. Emersero così le tre “sorelle” monopolistiche quali la Potash & Soda Chemical, Foote Mineral e la Lithium Corp che si dividevano spazi per il mondo fino agli anni 60.

Le tre grandi società erano anche tutelate da Washington per mantenere garantito il canale di fornitura per le bombe atomiche per aerei in un periodo in cui la balistica intercontinentale stava facendo appena i primi passi ( i primi ICBM diventeranno una solida realtà a partire del decennio successivo ). Si iniziava inoltre a pensare, all’alba delle centrali per la fusione nucleare, che il litio avrebbe fornito, meglio dell’uranio, una risorsa energetica quasi inesauribile ( secondo una stima dell’epoca addirittura una produzione di energia calorica pari a 5000 volte il consumo annuo di carbone mondiale ! ) anche in base alla tesi sostenuta al tempo in cui la frequenza dei metalli sulla Terra sarebbe dovuto essere pari alla posizione del peso atomico e il Litio ne era uno dei più leggeri e quindi anche ritenuto assai comune.

In seguito allo sviluppo di nuovo tecnologie nucleari e cambiamenti politici ed economici negli anni ’60, l’epopea del Litio si chiuse, in coincidenza anche con mutamenti geopolitici che posero fine al monopolio statunitense della risorsa.

Il Litio attualmente si concentra nel continente nordamericano, in Cina e in Australia con effetti sui delicati equilibri ben oltre i classici schemi della guerra fredda. I giacimenti minori stanno diventando nodi strategici che i paesi proprietari cercano di tutelare all’ombra delle superpotenze del XXI secolo.

L’utilizzo che se ne fa oggi è chiaramente totalmente diverso rispetto agli anni ’50, non più bombe atomiche ma piccole batterie e tecnologie, all’epoca ancora pura fantascienza per libri di Urania.

GABRIELE SUMA

4 Comments

  • Apprendo ora, leggendo il tuo articolo, dell’utilizzo del litio negli anni ’50 in campi diversi da quelli odierni e ti ringrazio di queste informazioni dettagliate che ci fornisci. Speriamo che le ricerche nell’agro romano continuino e portino buoni risultati.

    • assolutamente, per quanto la situazione è particolare per il ruolo dell’Australia che è in area con mezzi e risorse mentre il Governo non sta ancora ponendo una tutela legale come bene strategico come fa la Svezia.

  • Tra l’altro il litio è usato in farmacologia per il controllo di alcune forme di psicosi e psiconevrosi,ma sicuramente questo non rientra negli interessi delle
    potenze che hanno avuto sempre obiettivi ben diversi da quelli della salute umana.Il litio fa parte degli obiettivi dell’avidità delle potenze che si sentono forti (dall’approvvigionamento di schiavi,ai metalli ,al petrolio,all’uranio,persino agli escrementi degli uccelli).Dai tempi di Caino la violenza è l’azione preferita.Chissà se le cose cambieranno mai…

    • e purtroppo il neocolonialismo è ritornato sullo sfondo di una nuova guerra fredda fra USA e Repubblica Popolare Cinese

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