nov 25, 2019 - Notizie    6 Comments

Chiedi chi erano i Beatles

Chiedilo a una ragazza di 15 anni di età - chiedi chi erano i Beatles, lei ti risponderà… così narrava con la più bella voce italiana degli ultimi trent’anni Lucio Dalla il bardo bolognese insieme al suo amico Morandi sul testo scritto da Roberto Roversi e musicato da Curreri. Le sue canzoni hanno segnato l’apice dell’epopea del cantautore come moderno cantastorie utilizzando i canali tecnologicamente avanzati della radio e della televisione. Un tempo custodi della memoria passata e avvolta nel mito, i moderni cantastorie sono diventati testimoni del divenire dei tempi intercettando i sentimenti,pensieri,inquietudini e cambiamenti sociali e culturali delle generazioni di appartenenza. La musica, diletto dell’animo, va anche a servizio della Storia facilitando la lettura del mondo così come viene affrontato da chi deve creare il futuro: i giovani.

Cicerone si lamentava o tempora o mores. Le scuole di danza erano orrore agli occhi di Catone quando la dura società romana iniziava ad assaporare i piaceri della pace e delle ricchezze materiali e culturali ottenute nei brutali tempi delle guerre di conquista. Il lamento che sempre si solleva quando subentrano mode,tendenze, capovolgimenti di certezze che i più giovani afferrano con mano sicura sprezzanti dei fulmini polemici delle stesse generazioni che hanno a loro volta sognato,desiderato e amato dimentichi di miti ed icone fuori tempo. Senza timore di dubbio le canzoni sono come gli dei, vivono ed esistono finché c’è chi presta attenzione ed amore a loro e in assenza di fede diventano poi monumenti in rovina,buoni soltanto per musei e libri di storia.

Cielo d’estate nel settanta si pensava a tutto - negli anni ottanta si è perduto tutto - si ricomincia da capo, si ricomincia da zero - guardavo a ieri e siamo già a domani.. domani,il domani ! un domani già oggi, nel mare della melodia già si sentiva quello che sentivano tutti, nonostante le apparenze brillanti di un decennio che ha cambiato l’Italia e intere generazioni quali gli anni 80. Un decennio di cantautori,non solo Dalla, che intonavano tutti la voglia di fare qualcosa di diverso piuttosto che accettare solo sacrifici e rinunce, anche ballando come pazzi, come barbari. Uno scandalo carico di quella energia da sempre presente a chi è ancora giovane e può essere incosciente ed incurante delle scelte come si espresse, suscitando invece opposte reazioni, nemmeno un decennio prima il non mai compromesso Lucio Battisti E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere - Se poi è tanto difficile morire…

Vasco Rossi, più tardi,dava la voce alla generazione, quella generazione che oggi ha accettato tutto, guardando a ieri e provando ansia per il domani come i loro genitori, un’altra generazione Siamo solo noi - Che non abbiamo più niente da dire - Che non vi stiamo neanche più ad ascoltare - Quelli che non hanno più rispetto per niente - Quelli che ormai non credono più a niente …

e che oggi accettano raccomandazioni e prudenze, talvolta senza capire ma incredibilmente fiduciosi in quello che viene detto da autorità. I ribelli, i pirati ora approdati per diventare commercianti e possidenti. Celentano più di ogni altro è diventato quel “pazzo cavaliere” che non ha capito dove il mondo sta andando e ha tentato di predicare un spegnete le luci – me ne vado anche nei versi di finta nostalgia ma così pieni di sapore anni ’80 di un Italia che ormai non esiste più Là dove c’era l’erba ora c’è – una città - e quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà in quella Via Gluck oggi leggendaria come Atlantide per gli antichi memori di mai esistiti tempi migliori dove tutto era perfetto.

Gli attuali cantautori, si sono fatti portavoce e portabandiera di una nuova generazione che accetta i compromessi ma non i confini, che desidera il benessere ma senza sacrificio, che vuole andare al sodo senza preliminari. Si vogliono bruciare le tappe ma non le banconote, pronti a rinunciare al fumo ma non all’erba, pronti ad ascoltare le urla ma non a prestare orecchio ai sussurri. La cosiddetta incoscienza dei giovani amanti del ballo tanto detestati dall’invelenito Catone.

Mahmood ha intuito una cosa, si parla tanto ma alla fin fine davvero nessuno ascolta, come già  diceva più di vent’anni prima Vasco che oggi continua a far piangere i quarantenni armati di cravatta e portatili..Prima mi parlavi fino a tardi, tardi - Mi chiedevi come va, come va, come va - Adesso come va, come va, come va… alla fin fine i giovani continuano sempre a sentire quella sensazione di solitudine, quel sospetto di essere incompresi che attraversa i secoli e le epoche senza che noi ce ne accorgiamo. Che scandalo è stato il romanticismo ! gli scapigliati ! versi strappalacrime, amori sublimi e senza compromessi e la lacrima facile che avranno fatto alzare folte sopracciglia di padri che ricordavano ben altra arte  e così all’infinito, nella notte dei tempi.

I ragazzi di un’altra generazione, ormai scoppiata ( baby boomers ) si nascondevano in case sopra alberi mentre i ragazzini di oggi preferiscono giocare con le parole per farne mattoni di un muro destinato forse a cadere di nuovo in attesa di futuri incompresi che verranno carote, carote, solo carote – le regalo a mio nipote, diventano banconote…

GABRIELE SUMA

 

 

 

 

 

 

6 Comments

  • Mi ha meravigliato che in un sito che tratta prevalentemente di storia si parli di canzoni. Ma a pensarci bene anche le canzoni fanno la storia !!!!
    Sei bravo come sempre.
    Bruno

    • La storia è fatta di passioni umane :)

  • Ci sono canzoni che il tempo non cancella dalla memoria perché i testi sono scritti da poeti su una base musicale trascinante e coinvolgente e interpretate da artisti che hanno fatto proprie le emozioni degli autori.
    Altre canzoni caratterizzano un momento storico e vogliono trasmettere un messaggio. Penso così di interpretare il tuo scritto che, al pari degli altri, è trascinante e coinvolgente.

    • La ringrazio, la musica è la memoria del presente che si fa passato senza accorgersene per entrare nel mito.

  • “…memori di mai esistiti tempi migliori dove tutto era perfetto…” Sono d’accordo con te. Si vive la giovinezza con quella guasconeria e quella luce negli occhi narrata e cantata da sempre e in ogni tempo. Resta così la memoria di attimi in cui tutti ci riconosciamo, ma che ugualmente ci porteranno a dire, e così da sempre, in una diversa età : o tempora o mores

    • Mimnermo,poeta del VII secolo a.c in una sua ode sulla gioventù così cantava “Al modo delle foglie che nel tempo|fiorito della primavera nascono | e ai raggi del sole rapide crescono | noi simili a quelle per un attimo|abbiamo diletto del fiore dell’età|ignorando il bene e il male per dono dei Celesti”

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