lug 28, 2019 - Notizie    2 Comments

La Storia Alternativa

Esiste un genere molto particolare ed affascinante nella letteratura: la fantapolitica.

I romanzi fantapolitici sono nati dal grande ramo della letteratura fantastica che ha prodotto visioni di mondi anche di antichissima data come la Alethe Dieghemata ( Storie Vere ) di Luciano di Samosata e Orlando Furioso di Ludovico Ariosto ( la descrizione del proprio mondo “alla rovescia” sul bianco satellite ).

La Fantapolitica assume connotazioni ben precise nel XIX secolo per assolvere a funzioni di critica sociale alla luce della fiducia,all’epoca di grande tendenza. nell’evoluzione scientifica e tecnologica .

 Verso la fine della grande epoca delle innovazioni del romanticismo sulle arti era emerso il gusto per l’orrore e la rottura delle norme sociali, non solo nella figura di Dracula ma anche nel più diretto splatter grafico offerto dalle rappresentazioni teatrali  Grand Guignol  , anticipando di un secolo il cinema del nostro tempo.

Si stava imponendo una generale volontà di effettuare radicali cambiamenti in tutti i campi come una istintiva reazione per la “noia” delle giovani generazioni europee ed occidentali che, dalla fine dei massacri napoleonici, si sono ritrovate a vivere in una sorta di presente “congelato” da immobilismo rassicurante in assenza di “scosse” emotive dell’ideologia e dei conflitti. I desideri di rivalsa e cambiamento dei giovani avrebbero poi determinato quelle basi ideologiche per la follia collettiva della Grande Guerra vista dai contemporanei, al momento dello scoppio, come un occasione per spezzare la “noia esistenziale”.

I primi segni di visione escatologica possono essere visti, al di fuori della sfera artistica delle religioni e dei testi sacri, nei primi romanzi fantastici moderni pubblicati nell’800 e fra questi testi di una certa importanza vi sono La Fin du Monde di Flammarion ( 1894 ) e The Time Machine di H.G.Wells ( 1895 ).

Entrambi i romanzi, pur completamente diversi nell’approccio e nello schema, descrivono un futuro sconvolto da avvenimenti apocalittici per motivazioni edotte dal presente contemporaneo e dal corrente pensiero. Apocalisse percepita come inevitabile conseguenza estremizzata di fattori negativi presenti nella società. Entrambi i lavori erano immersi ancora nella generale atmosfera di ottimismo sulla capacità di cambiare in meglio le tendenze umane.

Gli orrori del ventesimo secolo hanno spazzato via quel tipo di approccio nonostante un’ interessante parentesi di recupero del positivismo nella breve ma intensa esperienza del futurismo a cavallo fra le due guerre mondiali.

George Orwell ha dato un contributo decisivo alla maturazione del genere fantapolitico dando ad esso gli elementi “scientifici” di sottogenere del Fantastico fino ai giorni nostri. Il Romanzo 1984, scritto all’indomani della Guerra Fredda, contiene elementi come proiezione nel futuro della dimensione geopolitica esistente con descrizione dei comportamenti futuri in base a determinismi dettati dalla geografia politica e dalle tecnologie conosciute al momento. L’autore, nel romanzo fantapolitico, immagina lo scenario come evoluzione del peggiore degli scenari possibili in ossequio anche al generale pessimismo sulla natura umana come opposta reazione all’ottimismo ottocentesco.

La motivazione che spinse gli autori ad elaborare un romanzo fantapolitico era, di solito, dettata dalla volontà di sollecitare una reazione sociale e politica nei confronti di pericoli incombenti. Orwell, da disincantato esponente del socialismo anarchico, voleva avvertire delle minacce del totalitarismo insite nelle illusioni del comunismo tanto che la sua opera precedente, La Fattoria degli Animali, è stata censurata durante la seconda guerra mondiale nell’Impero Britannico per non urtare l’alleato sovietico del momento.

Dunque un intento di dare al romanzo un ruolo indiretto di trattato politico di denuncia. Diversi autori, spesso anglosassoni, si sono cimentati con questo sottogenere per descrivere ansie contemporanee che mutavano nel corso dei decenni. L’atmosfera di confronto totale fra due sistemi sociali e politici opposti caratterizzò tutta la produzione letteraria del genere. I vari autori hanno descritto scenari geopolitici accumunati dalla percezione di aggressività da parte dell’URSS come un mostro monolitico al centro della massa continentale euroasiatica,   fronteggiato dagli alleati generalmente “occidentali” ,per lo più in condizioni critiche. Gran parte delle opere concludeva l’affresco del futuro immaginato nella catastrofe finale dell’olocausto atomico visto come “fine della Storia” stessa per il genere umano.

Dunque fantapolitica con le influenze culturali dell’escatologia tradizionale nell’assunto finale ma esistono,tuttavia,anche eccezioni notevoli nella letteratura fantapolitica della Guerra Fredda come il famoso A Prova di Errore di Burdick e Wheeler ( romanzo da cui è stato tratto il film omonimo nel 1964 da Lumet ) e La Terza Guerra Mondiale di Hackett.

Il primo romanzo è stato scritto come avvertimento nei confronti della meccanizzazione estrema dei processi decisionali su questioni vitali ( il generale sistema di “fine di mondo” automatica ed irreversibile ) mentre l’altro si presentò come segnale di allarme, agli occhi dell’autore, di estrazione militare, nei confronti di una ritenuta impreparazione dell’occidente di fronte al pericolo imminente di un “colpo di coda” del gigante sovietico nella sua sempre più evidente fase di declino verso la fine della guerra fredda.

Il romanzo di Hachett è molto interessante per le premesse che l’autore ha descritto nelle prime pagine nello stile più di trattato che di romanzo. L’autore, scrivendo nel 1978, aveva osservato, a suo parere, l’erosione del sistema occidentale dal punto di vista militare accusando le sinistre europee ed americane di aver determinato una fatale condizione di disarmo ed impreparazione nonostante il deciso avventurismo dell’Unione Sovietica in atto fin dalla seconda metà degli anni ’70. Il “conflitto”,che si accende nel mondo immaginato dall’autore, è uno strumento narrativo per una posizione politica molto precisa. Hackett si era mostrato molto contrario ai grandi tagli effettuati dal proprio governo britannico e dai propri alleati NATO per ragioni di calcoli politici interni e necessità finanziarie. In diverse pagine il “quarto muro” della rappresentazione scenica è continuamente infranto per osservazioni polemiche sulle difficoltà a cui vanno incontro i personaggi della finzione narrativa ( un alternativo 1985 ) per situazioni reali dell’attualità dell’epoca ( 1978 ).

Un abile artificio letterario per imbastire un discorso politico attraverso lo strumento del romanzo. Una tecnica spesso utilizzata in passato da diversi autori che evitarono la censura mediante filtri della satira favolistica.

Da notare che le problematiche affrontate, all’epoca attuali, sarebbero diventate immediatamente “storia passata” con completo rovesciamento delle posizioni,fazioni e fulcro di crisi. Un difetto tipico delle “previsioni” che si basano su informazioni al momento in possesso dall’autore insieme al suo specifico punto di vista nonostante la natura caotica che contraddistingue il mondo contemporaneo. Il romanzo è stato pubblicato esattamente a metà fra un mondo tutto sommato cristallizzato ancora al “XX secolo” e quello appena in fasce contenente esplosivi elementi conseguenti di fattori accumulati nel periodo precedente. L’autore, figlio di un mondo legato alla seconda guerra mondiale, non era però ignaro dell’immenso potenziale sulla sfera sociopolitica da parte della comunicazione televisiva anche fuori dal controllo governativo all’epoca universalmente presente sui nuovi media ( internet era ancora agli albori al momento della pubblicazione ).

In un episodio del romanzo, Hackett descrisse un fenomeno, oggi molto frequente, di “leaking” di un episodio che sarebbe dovuto essere tenuto segreto da parte dei governi coinvolti ed invece esposto alla pubblica opinione tramite canali non ufficiali da operatori della comunicazione con conseguenze politiche anche importanti.

Oggi gli avvenimenti, non coperti dai notiziari e consueti canali di informazione, vengono quotidianamente forniti da servizi privati con problemi di controllo delle fonti e credibilità ingenerando situazioni di manipolazione del materiale per fini politici.

Difatti sono anche numerosi gli esempi di diffusione di resoconti manipolati per creare nella grande utenza della Rete “opinioni” che hanno un impatto poi sulla sfera politica. Inoltre il romanzo contiene, fra le righe, una corretta previsione sul ruolo della televisione nelle guerre quando descrive il deciso supporto popolare ( in particolare riguardo alla collettività anglosassone ) all’intervento militare fino a quel momento tenuto segreto in ossequio alle tesi dell’irrazionale dell’Uomo della Strada anticipando quello che sarebbe poi successo davvero nella Prima Guerra Del Golfo ( 1990-1991 ).

Il carattere “profetico” non si esaurisce solo in esso ma anche nella corretta individuazione della crisi negli stati retti dalle dittature centralizzate del campo sovietico, in particolare proprio nella Iugoslavia. Il romanzo individuò correttamente il ruolo della Germania nel processo di disgregazione iugoslava. Da qui poi il precipitare degli eventi innescata da una rara apparizione di un personaggio italiano ( Hackett, come molti militari britannici, stimava poco l’Italia pressoché ignorata per gran parte del romanzo ) con i meccanismi di uso mediatico delle notizie già descritto precedentemente. Il romanzo “invecchia male” a giorno d’oggi per essere stato un prodotto di un epoca in cui c’era ancora solo il comunismo, nelle sue varianti, come alternativa al modello economico e culturale dell’Occidente. Da notare che al momento della stesura, negli Stati Uniti ancora non c’era il Presidente Reagan che ha influenzato moltissimo l’intera produzione culturale e cinematografica non solo nel proprio paese all’insegna di un deciso revival della Guerra Fredda. L’Islam era considerato invece una forza “anticomunista” soprattutto tramite abili manipolazioni dell’opinione pubblica e politica occidentale da parte dell’Arabia Saudita quando si prendeva in considerazione opportunità di crisi nel gigante sovietico per quanto fosse non ancora avvenuta l’invasione sovietica dell’Afghanistan. L’autore vide,inoltre, la situazione mediorientale ed africana, sotto una prospettiva che si sarebbe poi rilevata sbagliata in pochissimo tempo dopo la pubblicazione. Nel romanzo si descrive un conflitto in cui un inverosimile Egitto, protagonista di diverse guerre perse contro Israele, riesce a mettere in atto una catena di eventi che determina la nascita di un ‘inverosimile Repubblica Araba con l’Arabia Saudita,Iraq e Kuwait contro un’ altrettanto inverosimile lega costituita dall’Iran e il resto degli emirati arabi senza il fattore Khomeini ancora lì da venire. Lo scenario, ora superato nei suoi elementi geopolitici, potrebbe ancora suscitare una certa inquietudine per la descrizione di incidenti occorsi sulle petroliere a cui stiamo assistendo oggi nella reale situazione di crisi nel Golfo.

Il romanzo ha colto nel segno con l’elemento Cina nell’equilibrio fra le superpotenze citando apertamente Orwell che fu subito attento nell’osservare la nascita di un “terzo polo” strategico nell’assetto mondiale post seconda guerra mondiale ma l’osservazione, sempre inserita nel contesto storico fine anni ’70, era legata alla temporanea fortuna economica e politica del Giappone evidenziando la frequente incomprensione da parte dei britannici sulle complesse divergenze fra cinesi e giapponesi. La previsione è corretta sul piano del risorgimento economico dell’Asia ma errata nella premessa di una unione economica fra i due giganti asiatici. Oggi possono far sorridere i progetti di sfruttamento siberiano con investimenti nippo-cinesi e quella sorta di “sfera di co-prosperità” ma non si deve dimenticare che ancora nel periodo della stesura del libro il Giappone stava furoreggiando e sembrava essere destinato a superare gli USA in un breve tempo. L’ascesa economica del Sol Levante infatti aveva messo in crisi il modello industriale statunitense influenzando lo stile di vita occidentale con ritrovati tecnologici e fattori culturali ancora oggi presenti. Hackett era ben conscio degli sviluppi in Asia ma non estese il discorso escludendo completamente l’area dal contesto narrativo dell’immaginato futuro.

Si tratta quindi di un “futuro” che oggi può essere inteso invece come un intrigante scenario di Storia Alternativa insieme a diversi altri romanzi che hanno descritto alterazioni degli scenari storici a favore di fazioni o ideologie “sconfitte” dalla Storia. Dunque un alternativo 1985 tipo “cosa sarebbe successo” se non ci fosse stato Reagan, Gorbachev, l’invasione sovietica dell’Afghanistan, Khomeini e radicali mutamenti socio-culturali che hanno segnato profondamente la società e la politica in tutto il mondo. Una sorta di 1985 ricco di elementi tradizionali del passato della seconda guerra mondiale come antiquate politiche di coscrizione e mobilitazione di massa, tattiche e modi di fare la guerra oggi da tempo non più in atto in gran parte dell’Occidente. Un alternativo 1985 anche per la citazione di armamenti che nelle pagine erano descritti come avveniristici senza sospettare il differente destino riservato .come gli shuttle militari che sono rimasti sulla carta ancora oggi.

Un romanzo che non sarà inserito nel pantheon della letteratura universale di certo anche per il fatto che capolavoro artistico lo si diventa quando si supera la barriera del contesto storico in cui è immerso e si avvia a scuotere le corde dell’animo umano per sempre. La Fantapolitica, ancella della letteratura fantastica ed imparentata con la storiografia e sociologia, è figlia invece del suo tempo per la sua stessa pretesa di leggere il futuro con le lenti del presente.

Solo un Maestro assoluto poteva dare occasione di non far invecchiare il messaggio proposto. 1984 di George Orwell, scritto nel lontanissimo 1948 rientra in tale categoria di capolavoro artistico. Un pezzo di XX secolo che ancora coglie nel segno per la profonda conoscenza degli uomini da parte di un disincantato servitore, suo malgrado, dell’Impero Britannico scomparso nella Storia sempre mutevole,sempre sfuggente.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                             GABRIELE SUMA

2 Comments

  • la narrativa fantapolitica è qualcosa che non appartiene alla cultura(più esattamente pseudo..?)di questi tempi in cui ogni comunicazione è affidata,quando va bene ,ad uno slogan.la narrativa è sogno od incubo o desiderio.lo slogan del web è verba che non volant ma purtroppo manent in qualcosa che non è il vento ma che non è ben chiaro cos’è.ciao

    • dettaglio non trascurabile, la fantapolitica è scomparsa nello stesso tempo in cui la politica stessa come invenzione di soluzioni è scomparsa nel caos del “un voto vale uno” del medioevo post-moderno di questi anni.

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