Archive from novembre, 2012
nov 21, 2012 - Notizie    3 Comments

la rivoluzione irlandese nel XIX secolo

Chi sono i “feniani” che ebbero un ruolo così importante nella Storia dell’Irlanda ? La definizione “feniano” inizialmente è stata utilizzata dalla comunità irlandese negli Stati Uniti per un’ organizzazione detta appunto “fratellanza feniana”( Irish Republican Broterhood ). I feniani erano in origine dei guerrieri in Irlanda e dunque il nome è un elemento di una comunanza di radici e memoria storica fra gli irlandesi d’America e gli abitanti dell’isola contro il nemico comune quali gli inglesi.  La Fratellanza divenne  il principale punto di aggregazione dopo la disgregazione del precedente movimento denominato Young Ireland nel 1840. La Fratellanza promuoveva la conservazione della cultura irlandese che stava subendo in madrepatria la sistematica cancellazione da parte degli inglesi. Il movimento crebbe di importanza fino al 1867 quando   potè organizzare attività in madrepatria in particolare a Dublino e a Cork ma i raduni veri e propri si svolgevano fuori dalle città in aree quali le montagne Devil’s Bit e Carlingford. Tuttavia l’inizio fu lento a causa dell’ostilità da parte della Chiesa cattolica nei riguardi di associazioni segrete e per l’efficacia della rete di informatori messa su da parte degli inglesi che mantennero saldamente il controllo di Dublino nonostante un tentativo di insurrezione. Infatti furono arrestati un certo numero di capi fra cui il più importante : Richard O’Sullivan Burke. Egli fu condotto nella prigione Clerkenwell House a poca distanza da Londra che fu presto attaccata da un gruppo di feniani che fallìrono nel tentativo di far saltare una sezione di muro ( perirono due uomini e una donna fra i feniani della squadra ).  Il 1867 fu un insuccesso dal punto di vista militare  ma  fu l’anno della svolta dal punto di vista politico poichè si crearono legami anche in Francia grazie al carisma del fondatore stesso del movimento, James Stephens, che utilizzò come base la città di Parigi. Insieme a Stephens ebbe ruolo importante anche O’Learly direttore de facto del giornale Irish People. Egli ebbe come fonte di ispirazione, per l’elaborazione del pensiero irlandese nazionale, le opere del poeta Thomas Davis e gli scritti di Theobald Wolfe Tone tra l’altro fondatori morali della Young Ireland. Il ruolo però più incisivo nella definizione di un programma di ribellione armata su vasta scala  lo ebbe Charles Kickham che scrisse Knocknagow dopo l’esperienza di carcere ( 3 anni e 4 mesi circa ). L’opera,sotto forma di romanzo ,ebbe un enorme successo e suscitò nel pubblico vivi sentimenti di orgoglio denunciando la politica in sè ( contro i parlamentari irlandesi in seno al parlamento imperiale britannico ) , ritenendo la lotta armata unica soluzione possibile. Nel contempo ebbe anche un grande ruolo la Ladies’Commitee, un’ associazione di mogli di attivisti feniani,nata con lo scopo di aiutare le famiglie colpite dagli arresti degli esponenti maschi e supportare la distribuzione di armi e informazioni in tutta l’Irlanda. Inoltre si ricordano come eroi,sempre nel fatidico 1867, alcuni attivisti che riuscirono a far liberare due capi dalla prigione in Manchester ( Thomas Kelly e Timothy Deasy ) sacrificando la loro vita e accettando stoicamente la condanna capitale ( William Allen,Michael Larkin,Michael O’Brien ).  I feniani dovettero anche tener conto della volontà di alcuni esponenti politici che propugnavano la Home Rule ( autonomia sotto la Corona ) piuttosto che l’indipendenza . Incisiva fu la peculiare personalità di Isaac Butt che aveva fondato la Home Government Association , dal ’74 una delle basi del partito Home Rule nella Camera dei Comuni del Parlamento inglese ,sotto la guida di Charles Stewart Parnell. L’attività della Home Rule dai ’70 in poi si svolse all’insegna di graduale acquisizione di diritti civili mantenendosi sempre nell’ossequio della dominazione inglese sopratutto nel periodo del governo Gladstone che si era trovato ad affrontare una profonda crisi dell’agricoltura e l’immiserimento sempre più grave della popolazione irlandese nel suo complesso ( il 1879 fu l’anno più nero della carestia ). Tuttavia il governo inglese continuò a mantenersi insensibile  sulla questione irlandese e Parnell dovette istituire, insieme ad un ex-feniano quale Michael Davitt, la National Land League allo scopo di discutere sulla pesante situazione agraria e sulla carestia che ancora infuriava determinando un esodo della popolazione ,dalle dimensioni bibliche. verso l’America. Dal ’79 esplose in conseguenza alla carestia la questione agraria mandata avanti dagli agricoltori irlandesi che  rifiutandosi di pagare gli affitti della terra obbligarono il governo inglese a maggiori concessioni ,dal 1881 al 1903 ,( dal Second Land Act al Wyndham Act ) sui diritti di acquisto e vendita della terra nei contratti con i proprietari dei terreni.Fu  un periodo cruciale anche per lo scontro che stava avvenendo,proprio sulla questione agraria, fra il moderato Parnell ( che voleva risolvere la questione agraria e ottenere successivamente l’autonomia )  e il redivivo movimento feniano ( che invece poneva come priorità l’indipendenza e poi la questione agraria ).  L’urto fra i conservatori e i rivoluzionari, fra gli autonomisti e gli indipendentisti avrebbe caratterizzato gli ultimi anni del secolo decimonono e determinato lo sviluppo degli eventi che avrebbero portato alla formazione dell’Irlanda indipendente nel ’900.  Parnell, pur essendo conservatore,  lottò per la causa irlandese con costante attività parlamentare nella Camera dei Comuni e  permise il costante inserimento di parlamentari irlandesi fino a determinare un vero e proprio partito di autonomisti quale la Irish National League ( sulla base di un movimento precedente detto Land League ). L’attività parlamentare di Parnell incontro’ ostacoli a causa di attentati da parte dei feniani contro personalità ritenute troppo moderate o perfino filo-britanniche come nel caso dell’omicidio del Segretario per l’Irlanda Frederick Cavendish il 6 maggio del 1882. Parnell fini’ per essere sempre più considerato un “traditore” dalla fazione indipendentista, sopratutto dopo uno scandalo di divorzio che lo indebolì sul piano politico dal 1891. Da quel momento in poi Davitt guiderà ideologicamente il popolo irlandese verso l’indipendenza finale con queste parole:

our struggle since the conquest of ireland has been for the rights of religion,the use of the land for the maintenance of our people, and for the privilege of ruling ourselves. You have resisted us by very exercise of power and statecraft on all and each of these, our fundamental rights as a nation, and our most cherised aspirations as a race”

GABRIELE SUMA

nov 2, 2012 - Notizie    3 Comments

I burattini del Sol Levante

Il teatro giapponese è uno degli aspetti più affascinanti della cultura del Sol Levante. Le rappresentazioni che meglio sono conosciute in Occidente derivano dalla tradizione del teatro Kabuki composto e recitato da attori in carne e ossa. Le attrici sono state escluse dal palcoscenico dopo un lungo periodo di Onna-kabuki dal 1629 fino a tempi recenti. Le donne fecero parte di alcune rare antiche tradizioni di danza Bukagu ed è anche molto radicata l’eccezione particolare delle danze sacre Odori effettuate da sacerdotesse Miko. Le opere venivano rappresentate anche tramite burattini e questo tipo di teatro viene definito con il termine di Joruri ( il termine tuttavia indica una tradizione di canto, non i burattini in sè ) oppure con il moderno termine ningyo-shibai ( teatro dei pupi ). Il teatro dei burattini era frequentato e apprezzato dall’aristocrazia, tramite il Joruri si è fatto conoscere uno dei più grandi drammaturghi del Giappone quale Chikamatsu Monzaemon. I burattini venivano definiti con il termine di Kugutsu e furono introdotti in Giappone da nomadi della Cina ( secondo alcune fonti dall’antica etnia Ti della Cina settentrionale ) che intrattenevano le comunità con spettacoli all’aperto. Dal XIII secolo in poi essi si insediarono stabilmente sopratutto nei pressi dei templi come quello di Ebisu della città di Nishinomiya. I burattinai continuarono ad esercitare la professiore per la strada recando con sè una cassa portatile in cui i burattini venivano abilmente manovrati spesso in piedi ( e va detto che a differenza dell’occidente, il burattinaio operava sempre scoperto ed era ammirata più l’abilità dell’operatore che l’opera in sè ). Il teatro vero e proprio si istituì molti secoli dopo agli inizi del XVII secolo quando i cantori di Joruri integrarono la loro tradizione con i burattini del teatro ambulante e le opere diventarono di pubblica conoscenza anche nell’alta società ( persino presso la Corte Imperiale ). Secondo la tradizione ebbe molta popolarità un operatrice dello spettacolo di nome Rokujo Namuemon che però dovette abbandonare l’attività a causa dell’editto del 1629 che proibì l’ingresso delle donne in tutte le forme di spettacolo teatrale ( a parte la danza ). Nel XVII secolo il teatro dei burattini gradualmente si diffuse in molti principali centri fino alla stessa capitale imperiale quale era allora Kyoto ma i migliori drammaturghi svolgevano l’attività sopratutto a Edo ( capitale dello shogunato e futura Tokyo ). I teatri divennero stabili edifici e talvolta di grandi proporzioni ( le sale avevano molteplici piani rialzati e il palcoscenico poteva avere un altezza di circa 4-5 metri e lunghezza molto variabile e una vastissima serie di burattini per ogni tipo di situazione ) . Le storie erano spesso di carattere epico ma anche vi erano storie di fantasmi e di orrore ( gli eroi erano così popolari in certi casi che venivano pure “resuscitati” dagli autori per richiesta del pubblico ) e il genere  ( che anticipa il grand guignol francese ) era definito Kimpira-joruri dato dal nome dell’eroe Kimpira. Dopo l’incendio di Edo del 1657 i principali gruppi teatrali si trasferirono di nuovo a Kyoto dove però lo stile cambiò profondamente da opere di orrore al dramma malinconico e con tematiche religiose e romantiche più in voga nella regione. Le opere di carattere sociale di Chikamatsu fiorirono proprio in questa regione. Lo spettacolo di burattini era generalmente operato da un declamatore ( il Tayu ) e un suonatore di samisen ( un particolare strumento a corda ) che accompagnavano il lavoro del burattinaio su un lato del palcoscenico, la loro presenza era fondamentale per sottolineare gli stati d’animo dei personaggi e il ritmo dell’azione con tecniche di accompagnamento musicale detto Chobo. I burattini potevano essere mossi o con le mani o con i fili e le rispettive tecniche erano definite Tezukai e Itozukai ( da non confondere con la tecnica coi fili per marionette definita come Itoayatsuri ).Il burattinaio era assistito da due persone ( hidarizukai e ashizukai ) che muovevano la mano sinistra e i piedi del burattino mentre il burattinaio si occupava del volto,testa e mano destra. Questa tecnica persiste tuttora oggi specialmente a Osaka. Il burattinaio esercitava l’azione indossando un particolare abito di rappresentanza ( Kamishimo ) mentre i suoi assistenti erano nascosti dietro un velo nero provvisto di fori per gli occhi. I burattini sono tuttora rappresentati in categorie tradizionali quali l’eroe ( Tatekayu ),l’anziano ( Fukeyaku ),la donna ( Oyama ) ,il ragazzo ( Koyaku ), il comico ( Chari ). Contemporaneamente ci fu una tradizione di marionette che non si sviluppò a causa della maggiore popolarità dei burattini. Le opere dei burattini erano legate anche a rappresentazioni di bizzarre opere basate sull’esposizione di congegni atti a stupire e i burattini talvolta si muovevano da soli con tecniche meccaniche ( i cosidetti Tezumaningyo ). I burattini, di raffinata anatomia e frutto di autentica ingegneria, “indossano” abiti sontuosi che per le leggi imperiali non dovevano essere indossati dagli attori in carne e ossa. Tuttora i burattini in Giappone sono popolarissimi e si uniscono alla vasta mistica per i “simulacri” di persone ( un classico esempio sono le bambole Ichimatsu ) alimentando la cultura popolare della magia e dei fantasmi che caratterizza i moderni medium quali il cinema e i Manga.

Gabriele Suma